lunedì 21 gennaio 2019

Il Blues di Tom di Michelangelo Poponi


Il Blues di Tom è il mio primo libro edito rupe mutevole. Un'esperienza bellissima che ha portato alla luce un racconto che miscela al suo interno temi come musica e politica. La musica, il blues, è una metafora sociale di ciò che accade nel mondo. Una visione a 360° della realtà circostante. Ogni Bluesman è a sua volta musicista ed allo stesso tempo voce narrante, descrive e denuncia il mutare dei tempi sotto la propria ottica. 

In questo Libro ho voluto raccontare un bluesman made in italy (italiano) che nonostante i sogni di gloria del passato, ritrova il sapore della vita nelle piccole cose.  

Grazie e buona lettura a tutti. 

 (Vari Link in cui potete acquistare il libro.)
 https://www.mondadoristore.it/Il-blues-di-Tom-Michelangelo-Poponi/eai978886591573/
 https://www.lafeltrinelli.it/libri/michelangelo-poponi/blues-tom/9788865915738


giovedì 22 dicembre 2016

Il genio di Jack Withe. L'ultima Rockstar.



                                  



Nell'America del 1975 a Detroit nasce jack White, noto al mondo ed al pubblico di massa per essere il cantante e chitarrista del duo rock "the withe stripes". Esordisce come batterista alla tenera età di quindici anni sempre a Detroit con la band Goober & the peas. Da sempre appassionato e attratto dai suoni vintage, sin da piccolo come da lui dichiarato, mostra grande passione per l'ascolto della musica blues, rock anni settanta e folk. Tra i suoi artisti preferiti troviamo nomi Blues come Son House, Jimmy Page, Blind Willie. L' esordio al grande pubblico di Jack Withe è di un temperamento unico. Emergono suoni blues in maniera spontanea, genuina ed allo stesso tempo violenta. La differenza che si percepisce ascoltando le chitarre di White è di un ritorno al suono analogico che spontaneamente esce all'interno di una chitarra che si muove nelle viscere di quei mondi blues, rock, hard rock, soul, delta e country. Insomma si sente che la matrice blues è sempre presente all'interno della sei corde di White che propone un suono graffiante di quei lontani anni sessanta. Personalmente mentre ascolto il suo genio creativo sul vinile, nella mia rifelssione emergono diversi fattori. Come prima cosa secondo una mia analisi, vengono fuori quei suoni crudi, legati alle radici del Delta Blues. Infatti white mantiene sempre una tecnica a servizio del pezzo che sta suonando, per far emergere quel blues delle origini all'interno di un contesto prettamente differente rivisitato in chiave moderna. Con questi elementi a parer mio posso dire che jack White è stato colui che ha portato il blues nelle orecchie delle nuove generazioni, fuori dai circuiti di nicchia, mantendo l'essenza viva di quei suoni analogici, distorti, senza tradire quello che è il loro vero spirito. 

 Un suono spartano, ruvido per la contemporaneità, in cui va sottolineato il fatto che l'elemento centrale della sua chitarra sono i riff e non gli assoli, in cui sia nei The White Stripes che negli altri suoi progetti solisti, batteria e chitarra creano quella che è una miscela esplosiva devastante, in cui emerge tutto il groove e l'energia con cui sono stati composti i pezzi. Per dirla tutta, ogni volta che prende la chitarra in mano sembra sempre che la voglia spaccare dalla gran energia che mette nel suonarla. Come gia detto prima, il suo esordio fu come batterista, ma oltre i The Withe Stripes, è giusto citare anche i Raconteurs ed i Dead Weather, che sono gli altri progetti in cui suona. Con i The White stripes, la chitarra utilizzata per la maggiore è una airline bianca e rossa, tra l'altro è un modello economico acquistato con pochi dollari presso i grandi magazzini americani. Spesso c'è anche l'uso del pianoforte nei pezzi che si sposa con la sua voce e la sua presenza da contemporaneo poeta maledetto. Una delle ultime vere Rockstar che rimane se stesso difronte quella che è una costante mercificazione dell'odierno mercato discografico. Jack Withe, non è quello che la gente vuole sentire, è molto di più!!!!! è rabbia, è sentimento, è genialità, è genuinità e riservatezza. Non è il solito guitar hero che deve mantenere il ruolo del personaggio. White vive quella che è una sua dimensione all'interno di un contesto differente da tutto il resto, in cui il suono è grezzo allo stato puro e vitale. Nella sua legenda personale è stato sempre ossessionato dal numero tre. Tutto questo perchè come da lui dichiarato, la musica gira attorno a questo numero per i tre fattori: ritmo, melodia, testo. Cosi come sono i tre colori dei Withe Stripes: bianco, rosso, nero. Durante la sua carriera fonda la Third Man Records, la sua casa discografica, portando avanti la sua battaglia per le registrazioni in analogico. La sua grande passione è per i registratori a nastro con i vecchi amplificatori valvolari. è famoso per il suo rifiuto verso il digitale, ritenuto dallo stesso White privo di anima. è originale per il suo modo di registrare le chitarre, il più possibile a presa diretta, cosi per conservare quella vera autenticità di suono che non esiste più nella musica di oggi. Concordo con l'affermare la citazione di una testata statiunitense che definisce Jack Withe una delle cose più belle capitate alla musica negli ultimi quindici anni. In questa ottica si delinea l'identità di una vera icona dell'attuale scena musicale. Tutto quello che mancava negli anni tristi della musica prodotta all'interno dei talent, in cui emergono sempre più personaggi mediatici costruiti a tavolino piuttosto che musicisti veri e spontanei. Credo che Jack Withe sia l'ultima vera rockstar rimasta. Sempre pronto a proporre nuovi progetti senza avere la paura di sporcarsi le mani. Mantenendo sempre un passo avanti rispetto la critica e l'attuale mercato discografico.  
Scheda tecnica: 

Chitarre: Eastwood Airline, fender telecaster, fender telecaster bigsby, Gretsch vari modelli, Gretsch Rancher acustica. 

Amplificatori: Silvertone in accoppiata ad un fender twin reverb. 

Pedali: (Vecchi fuzz) 

Dunlop rotovibe, electro harmonix bigg muff, electro harmonix micro pog, electro harmonix nanobasball. TMR BUMBLE BUZZ firmato dallo stesso jack white. questo pedale è stato realizzato dalla third man records la casa discografica di jack white, che ha realizzato il suo primo effetto per chitarra.
                                                 
                        

martedì 13 dicembre 2016

Michael Landau: Un chitarrista unico nella sua bravura. Tecnica, sentimento e versatilità.


    





Michael Landau a parer mio è tra i chitarristi più forti ed interessanti che circolano nel mondo della contemporanea scena musicale. Una carriera immensa che vanta di numerose collaborazioni e di ben cinque album solisti, in cui lo stesso Landau esplora e interpreta vari generi, suonando contemporaneamente strumenti differenti oltre alla sei corde. Cresciuto a Los Angeles ascoltando Jimi Hendrix, Beatles, The Band, Cream e Led Zeppelin, artisti di gran calibro che saranno fondamentali per il suo approccio alla chitarra e per la sua carriera professionale. Uno dei passi fondamentali in tutto questo, è stato l'ascolto e l'orientamento verso il mondo del jazz, sopratutto di quel jazz elettrico più contemporaneo legato ad esponenti come Jaco Pastorius e Pat Martino ed a gruppi fantastici come i Wather Report. Da questo quadro varieggiato di ascolto ed influenze, con il tempo incomincia a prendere forma quello che è il suo stile, la sua vera personalità, elementi che lo renderanno unico sia come sessionman che come solista. è importante citare quelle che sono state le sue collaborazioni più importanti, artisti come: Miles Davis, Michael Jackson, James Taylor, Joni Mitchel, Steve Perry, Seal, Bon Jovi, Pink Floyd. Per poi aprire una parentesi riguardo le sue collaborazioni con gli artisti italiani. Le chitarre di Landau sono state presenti con Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Zucchero, Tiziano Ferro. In questa parentesi è impossibile non chiamare a giudizio uno degli assoli di chitarra più belli della storia della musica Italiana. L'assolo di Landau a cui mi riferisco è quello della canzone "Gli Angeli" di Vasco Rossi, una chitarra travolgente che sposa una notevole tecnica al sentimento espresso dalle parole del testo. Dopodiche con Vasco Rossi la mano di Landau si trova all'interno dell'album "Il mondo che vorrei", nei pezzi "colpa del wisky", "vieni qui", "ho bisogno di te".
Insomma un suono ben definito in cui emerge il fattore di un ottimo aspetto tecnico e sopratutto viene in evidenza quella che è la cura del suono. Una bella miscela di suoni puliti, overdrive e distorsioni molto curate, in cui chorus e tremolo giocano un ruolo molto importante. Con questo elemento, dall'ascolto dei suoi lavori e di molti suoi live, vengono fuori dei suoni a dir poco fantastici, grossi e allo stesso tempo ben definiti. La cosa più bella è che ogni nota, ogni accordo o riff, suonato nel tempo, corrisponde ad una dinamica ben connotata a seconda dell'impronta dell'artista con cui ha collaborato. Ascoltando i suoi lavori è da notare quanto sia importante la completa padronanza del manico ed il controllo di ogni singola nota che di volta in volta è dato anche dall'estrema cura e ricerca sonora. Un suono che negli ultimi anni, è scandito ufficialmente da pochi effetti e da due amplificatori fendere hot rod deville (versione ||| ML signature made in mexico) collegati in stereo. Da sottolineare che nelle ultime interviste sopratutto rivolte ad artisti famosi, risulta che Michael Landau è uno dei chitarristi più richiesti come turnista. Un'altro fattore importante è la liricità tra il mix di generi che propone all'interno dei suoi lavori da solista. Con Landau, vediamo miscelare il Rock, il Blues, il jazz, la fusion con gran classe anche nell'alternare suoni puliti e distorti. è logico che parlare di strumentazione sia importante, ma fino un certo punto. Come dimostra lo stesso Landau, il suono in primis viene dalle mani, poi dopo c'è tutto il resto (tecnica, studio, strumentazione, effetti etc etc). Con ciò è bello sapere che ancora oggi nel mondo della chitarra ci sia la mano e il tocco di Michael Landau, un chitarrista che continua a lasciare una costante impronta in questo campo, rimanendo autentico al suo modo di suonare e tal volta di concepire la musica in più evoluzioni possibili. Interessanti da seguire sono i gruppi di cui ha fatto parte come: The wreckers, jazz ministry, stolen fish, renegade creaton, Burning Water e Ranging Honkies. Tra l'altro in questi anni ha svolto anche la professione di produttore discografico. Michael Landau ad oggi è un chitarrista fondamentale nel mondo della musica, il suo tocco, la sua passione, il suo groove, la sua tecnica e la sua versatilità, fanno si che attualmente è uno dei chitarristi migliori in circolazione con uno stile unico e sorprendente.  



scheda tecnica:  

Chitarre: Fender stratocaster 1963, fender stratocaster con humbucker al ponte, fender stratocaster fiesta red custom shop, suhr landau signature, James Tyler guitar.

Amplificatori: Fender hot rod deville |||.0 ML signature. 



effetti: Maxon DSS, Rodger Mayer vodoo1, arion stereo chorus, boss, vb-2, custom audio "super tremolo", custom audio "black cat vibe", cry baby wah wah, pedale volume boss. 




(il link di un video che introduce l'attuale pedal board di Mike Landau) .

lunedì 5 dicembre 2016

Tommy Emmanuel: un mago che viene dall' Australia.




Tommy Emmanuel si distingue al mondo per il suo essere virtuoso in campo acustico. Noto sia per la sua tecnica del fingerpicking che per la composizione melodica dei suoi pezzi. Per dimostrare la grandezza di questo chitarrista Australiano, basta ascoltare poco più di qualche suo live per rimanere letteralmente abbagliati dal fascino della sua sei corde e dal suo modo di suonare. Questa volta, non voglio soffermarmi troppo riguardo i suoi dischi, le sue produzioni o la sua strumentazione. I suoi Brani, sono una miscela di armonici e fraseggi di varie influenze blues, country, folk, swing. è bello vedere, notare ed apprezzare tutta questa passione sullo strumento e sopratutto è da tenere in cosiderazione la padronanza tecnica con cui gestisce il manico della chitarra. Con Tommy Emmanuel abbiamo un'orchestra solista concentrata in due mani. Personalmente trovo che ogni suo live sia ricco di entusiasmo, genuinità e positività, che si materializza nel feeling instaurato tra strumento e artista. Quello che più mi stupisce è la sua naturalezza che genera un viaggio all'interno di epoche, stili, tradizioni, rendendo tutto cosi estremamente delicato e personale, spingendo l'ascoltatore ad intraprendere un viaggio più unico che raro. Diciamo che Tommy Emmanuel vanta una carriera lunga di quaranta e passa anni e durante questo percorso è importante specificare anche le collaborazioni e gli artisti con cui ha suonato. Tra i nomi emergono Eric Clapton, Tina Turner, Larry Carlton, Cliff Richard, Michael Bolton, Dodi Battaglia.
C'è da dire che i suoi sorprendenti live, lo hanno consacrato tra i chitarristi più in voga del momento. Sempre sorridente ed estremamente salutista, grazie al suo inestimabile talento, è riuscito a conquistare il pubblico di tutto il mondo. Non si può non rimanere folgorati dall'ascolto di cosi tanta bellezza!!!!! Come dichiarato da sue varie interviste rilasciate negli anna passati, il groove è l'elemento più importante. Tramite questo fattore, il chitarrista cerca di riprodurre il suono di una band, tra l'altro va sottolineato il fatto che sia anche un percussionista professionista, visto e considerato i ritmi che esegue sul corpo dello strumento. è veramente incredibile il modo con cui riesce a comunicare grazie alla sua padronanza della sei corde, con la tecnica da esso adoperata. Il fingerstyle, usato dal chitarrista, permette di suonare melodie, basso e ritmica, rendendo il pollice indipendente dalle altre dita. Attualmente a parer mio è il RE indiscusso della chitarra acustica e per dimostrarlo basta ascoltare pezzi come "moon river", "angeline", "blind black man", "mombasa". La cosa bella di tutto ciò è che Tommy è sia autore che esecutore. Credo che attualmente di talenti cosi grandi ce ne sono veramente pochi che sappiano dosare i tre ingredienti di tecnica, gusto e armonia. Con Tommy Emmanuel, non si fa molto caso alla tecnica che esprime, ma si nota l'espressività, la dinamica e sopratutto il tocco. Elementi che danno una marcia in più a questa grande opera d'arte vivente chiamata TOMMY EMMANUEL.



Scheda Tecnica: 

  *Chitarre.
- Due Maton custom shop EBG808 a corpo piccolo. 
- Una Maton Te1 cutaway dreadnought.  

*Amplificatore. 

- Aer Compact 60. 

*accordatore Korg dtr racktuner 
D.I. Audiotech.





lunedì 21 novembre 2016

Nick Drake Il genio silenzioso della sei corde.

è sempre difficile scrivere e parlare di Nick Drake. Anzi spesso non occorre nemmeno parlarne troppo, basta soltanto immergersi nella sua musica per capire la sua vera grandezza. La prima volta che ascoltai la sua "Pink Moon" rimasi letteralmente folgorato da tanta bellezza. Come tutte le cose migliori, Nick Drake per me  arrivò di sorpresa, appresi il suo nome nel 2002 quando lessi su di lui un trafiletto di giornale riguardo una classifica di "Rolling stone". è logico che non capita tutti i giorni di accendere la radio o la televisione, digitare un canale ed ascoltare uno dei suoi delicatissimi pezzi composti da chitarra e voce. Le sue canzoni, sono melodie create da un filo di voce e da una chitarra acustica che si immerge all'interno di un mare di arpeggi. Drake nella storia della musica viene spesso citato da molti artisti come punto di svolta e di forte ispirazione. La sua triste vicenda, è stata sempre motivo di fascino per chiunque si fosse avvicinato alla storia del cantautore. Il suo carattere chiuso e timido sarà una delle cause principali legate al lato discografico commerciale nell'aver venduto poche copie. Ciò lo dimostra l'uscita del suo primo disco "Five leaves left", dove Drake non rilascia interviste e non si esibisce quasi mai dal vivo, ma tolto il lato commerciale, non si mette in discussione la bellezza contenuta all'interno. Un'opera che apre il mondo del cantante, poeta e chitarrista. Un mondo fatto di nostalgia, tristezza, paure esistenziali e paesaggi bucolici, in cui emerge anche il fantasma della solitudine. 
Il disco si apre con "Time is told me", un pezzo di un forte pulito in cui emerge il fingerpicking della sua chitarra acustica. In questo pezzo Drake parla del suo desiderio di fuga e cambiamento all'interno di una pacatezza che è forte e profonda come un'oceano. 
Dai suoi brani emerge un'anima fragile e inquieta che da vita ad una produzione artistica senza precedenti orientata a scappare da una società dei consumi sempre più rigida e spietata. Drake è il padre di tutta quella musica Folk e Pop di atmosfere intime, è un solitario che non segue le logiche del mercato, infatti personalmente lo definisco come "il genio più invisibile della storia della musica". Le sue canzoni sono un capolavoro senza tempo, esso proponeva un'immagine raffinata del suo essere cantautore, tant' è vero che i suoi testi sembano ispirati dalla letteratura dei poeti Romantici, essi esprimono quei sentimenti d'intimità come: desiderio, amore e identità. Da notare il suo stile minimale, chitarra e voce, lo sperimentare l'uso di accordature aperte nella sei corde. In questo caso, l'utilizzo delle accordature aperte, conferiva alle canzoni una sonorità più eterea, una scelta molto originale dato il periodo storico di cui parliamo. Dico chiaramente che fino i giorni nostri, la figura di Nick Drake è ancora studiata in ambito chitarristico per via delle sue originali accordature. Unico per la perfetta armonia delle sue canzoni come fonte inesauribile di emozioni per la bellezza dell'interpretazione dei suoi pezzi. Dentro al suo essere solitario, vi è l'espressione del messaggio universale riguardo la felicità per le piccole cose, la meraviglia difronte lo spettacolo della natura, il creato, la nostalgia del passato, la meraviglia di un sorriso inaspettato, la passione, l'amore, il rimpianto. Nelle sue canzoni, c'è un cuore che batte, c'è un richiamo alla vita vera, una continua riflessione che rispecchia l'etica di noi stessi. Nel mondo della chitarra acustica Nick Drake è considerato un'"icona", già il fatto di sperimentare e cambiare accordature per ogni pezzo lo rende inimitabile. Con ciò è importante mettere in evidenza che ogni accordatura usata, era stata creata di sana pianta dallo stesso. Questo fattore, permise a Drake di uscire dai canoni musicali dell'epoca, la chitarra, era più usata come un pianoforte piuttosto che una sei corde. Resta il fatto che a parer mio, rimane il padre dei moderni chitarristi acustici. Oggi giorno possiamo soltanto ammirare la luce di un talento unico nel suo stile e nel suo modo non conforme di suonare e concepire il lato musicale. In vita compose solo tre album "Fives leaves left", "Bryter Layter", ed infine il suo capolavoro "Pink Moon", per tutto il resto era semplicemente Nick Drake. Un diamante unico e raro. 

lunedì 25 aprile 2016

Robert Alan Krieger la chitarra storica dei The Doors



 
Premesso che tutto ciò che scrivo, è a tal riguardo di natura soggettiva, visto che parlo esclusivamente di quelli che sono i miei musicisti preferiti. In questa mia recensione, questa volta, parlerò di Robert Alan Krieger, lo storico chitarrista dei The Doors, o meglio ancora, di colui che io personalmente definisco una delle tante stelle splendenti di tutta la storia della musica e nel caso specifico inerente alla storia della chitarra. Krieger fa parte di quella che storicamente fu una super band. Sopratutto quando si parla di personaggi come Jim Morrison, autore frontman, scrittore, poeta e cantante di testi poetici e visionari, protagonista di performance live infuocate dal carisma dello sciamano Rock. All'interno di questo contesto, vorrei mettere in luce il successo del gruppo che è l'elemento chiave dell'insieme globale che andremo ad analizzare. Il tutto si fonda sull'alchimia della composizione, che avviene musicalmente all'interno della band. In mezzo a tre legende come Morrison, Ray Manzarek e john Densmone, emerge quello che è il low profile di Robby Alan Krieger, chitarrista e autore di brani storici come "Light my fire", "Love me two times", "Love her Madly" e "Touch me", scritti per i The Doors all'età di 19 anni. Krieger, è noto a parer mio per la creazione di quelli che sono dei riff leggendari, come per esempio quello di Roadhouse blues, che con il suo personale approccio allo strumento ha accompagnato il gruppo all'interno di quei mondi sonori inesplorati che li differenziavano da tutte le altre band presenti sulla scena dell'epoca. Non c'è ombra di dubbio. In merito a quello che propongono, i Doors sono unici al mondo sotto svariati punti di vista: 1) Line up senza bassista, 2) Live estremi, testi oscuri, romantici e allo stesso tempo poetici, 3) suoni differenti (atipici per il periodo), 4) le divergenze di quattro personalità estremamente differenti sul versante artistico e caratteriale. Krieger, il più giovane a soli diciannove anni si crea una carriera da musicista professionista grazie al suo carattere umile, quel punto di forza che lo stesso Morrison metterà più volte in luce durante le interviste rilasciate. Detto ciò, la sua chitarra regalerà composizioni e sonorità davvero originali sotto ogni punto di vista. L'impostazione che esso mantiene è quella del chitarrista classico di flamenco, cosa fondamentale che lo renderà differente da tutti i chitarristi rock del periodo. Krieger spesso diceva sempre :<< Ho imparato a suonare quando ero nei Doors. Cercavo semplicemente di suonare con me stesso. Ho evitato di copiare Chuck Berry o BB King, perchè era quello che tutti stavano facendo. Ho cercato di trovare la parte giusta per la canzone che mi trovavo a fare e di suonare qualcosa che potesse completare il canto di Jim >>. Gia da queste dichiarazioni emerge il suo approccio personale nei riguardi della sei corde, infatti lo stesso guitar man, amava creare insolite improvvisazioni durante i live della band, attingendo alla fusione del jazz modale e del blues, visto che lo stesso jazz negli anni 50 si era trasformato da bebop a modale, ed era diventato in linea di massima come il rock'n'roll perchè presentava meno cambi di accordi. Questo fattore predominante, krieger lo aveva intuito molto bene per le dinamiche della sua chitarra all'interno dei pezzi.
  
Da notare l'assenza di un bassista, un decisivo elemento che portò ad integrare le linee melodiche della sua chitarra insieme alle linee di "basso" che venivano suonate dal piano di Manzarek. L'uso dello slide nelle mani di Robert diventa un vero e proprio effetto sotto tutti gli aspetti, e questo a parer mio lo dimostra il pezzo di "moonlight drive", in cui per l'appunto, non è suonato come lo utilizzavano i grandi bluesman del tempo, e ciò ce lo confermano le dichiarazioni che fece a tal riguardo:<< Penso che dipenda semplicemente dal fatto che non sò farlo correttamente!!!>>. Insomma, è inevitabile sostenere l'idea che il successo della musica dei The Doors porta tatuato il marchio di Robert Alan Krieger, un musicista, non un virtuoso, ma semplicemente un grande chitarrista da uno stile estremamente personale, ed allo stesso tempo autore di pezzi storici che ancora oggi fanno battere il cuore. Come d'altronde lo faranno certamente battere per tutta l'eternità. 

 

Scheda tecnica: 

Chitarre:  (krieger è utilizzerà molto quelle che sono le accordature aperte) 
1) Varie Gibson Sg........ Una delle sue Sg fu modificata da Vincle Treanor che tolse gli originali P 90, sostituendo essi con degli Humbucker. 
2) National del 58 
3) Gibson Les Paul del 1954 
4) Gibson 335 del 1968 
5) Chitarra classica Ramirez. 

Amplificatori: 
è da notare che Krieger utilizzerà degli ampli Fender valvolari durante il corso di tutta la sua carriera. (Sopratutto i modelli Twin Reverb e Hot Rod Deville). 

Effetti: 
 1) wah wah della Vox 
 2) Delay echo a nastro echoplex per la maggiore....( e altri modelli di delay sempre a nastro simili     all'echoplex). 
3) Gibson fuzz serie maestro. 
4) Gibson fuzz tone.
         

lunedì 28 dicembre 2015

Hiram Bullock Il chitarrista a piedi nudi


Hiram Bullock storico chitarrista del Dave Letterman show manifesta la sua presenza nel regno del jazz, blues, rock e funky. Talento indescrivibile che ha suonato con la maggior parte delle star della musica americana come jaco pastorius, miles davis, pat metheny, stevie ray vaugan etc etc tanto per citare qualche nome. Dopo aver ascoltato e riascoltato i suoi dischi ho sposato l'idea della critica made in u.s.a del tempo che definisce Bullock un chitarrista Rock con la testa jazz. Un session man di immenso spessore e presenza scenica che ha interpretato nelle migliori chiavi i concetti di rock e jazz al servizio di grandi artisti in situazioni live e studio senza tanti pregiudizi o fronzoli. è importante ricordare alcuni lavori in studio con sting, kenny loggins, Billy joel, Al Jarreau, gli Evans, Paul Simon, Harry Belafonte, Steely Dan, Bonnie Tyler, Marcus Miller ed il sassofonista David Sanborn. Con ciò i telespettatori degli stati uniti di una certa età lo ricorderanno come il "chitarrista a piedi nudi", noto per la sua popolarita all'interno dell'orchestra late nate with david letterman show sulla nbc. Ciò che rende grande Hiram bullock nel mondo della sei corde è il fatto che lui stesso abbia portato generi come blues, funky e rock all'interno di un contesto Jazz ed allo stesso tempo il Jazz lo ha portato all'interno di un contesto Rock; diciamo che questo è stato l'elemento portante che principalmente lo ha elogiato nella sua carriera.Nel 1980 Chiunque abbia sentito gli Evans renderà testimonianza dell'energia e dell'inventiva che lo stesso Bullock esprimeva. All'interno dello scenario americano, gli anni 80 sono stati il periodo di massimo splendore per i chitarristi versatili. In studio i grandi artisti pretendevano chitarristi che sapessero spazziare su tutti i generi pur mantendo la loro impronta ed il loro tocco, ed in questo versante non c'era nessuno meglio di Hiram Bullock nell'esprimere la propria personalità all'interno di molteplici stili. Per Hiram Bullock la chitarra era la sua voce, un prolungamento della sua anima, tant'è vero che lui stesso confessò che le sue note valevano più delle parole reali. Proprio in questi anni la figura di Bullock era ovunque, sul palco con la band di David Sanborn, in studio con Donald Fagen, in televisione con la band del Letterman show e nei club con gli Evans. Ogni situazione era diversa richiedendo a sua volta delle doti tecniche specifiche. La sua gavetta maggiore fu nel periodo universitario dove si esibi nei pub e night club della florida e sopratutto dove ebbe l'occasione di incontrare dei chitarristi come steve morse, pat metheny ed il bassista jaco Pastorius (leggenda delle quattro corde), che furono fondamentali per la sua crescità personale più come musicista che come chitarrista. La sua grande energia insieme alla costante fusione di stili, sono stati gli elementi portanti che hanno evocato il suo modo di suonare, esaltando dei live di puro spettacolo che portavano al loro interno un suono che era frutto di una accurata ricerca di effetti, basata principalmente sull'utilizzo del chorus e del compressore. Oltre a questo è importante evidenziare il fatto che è stato anche un ottimo arrangiatore e polistrumentista. Con ciò è importante dire che ben pochi sanno che collaborò per un progetto funky prodotto in italia I change di Mauro Malavasi in cui incise le parti di chitarra su alcuni album. Resta il fatto che nella storia della chitarra Hiram Bullock rappresenta colui che supera il confine di tutte le sperimentazioni che vanno dal blues, al rock, al funky al jazz. se ne è andato il 25 luglio del 2008 dopo aver lottato contro un cancro alla gola lasciando nella storia della chitarra un patrimonio immenso che conserva ancora le impronte dei suoi piedi e delle note emesse dal manico della sua strato. 

 Effetti: