martedì 23 dicembre 2014

Jimi Hendrix: magia, incanto, suono e sregolatezza








Hendrix, una vita vissuta dall’alba al tramonto. Il mago, lo stregone che ha incantato e cambiato allo stesso tempo il mondo della musica. Una vita vissuta dall’alba al tramonto, dal giorno alla notte, il tutto che prende forma all’interno di un puzzle complicato, dove i pezzi si incastrano seguendo una sequenza logica che prende la sua forma tra gusto e sofferenza, sentimento e passione, spiritualismo e voodoo, lsd, acidi e funghi allucinogeni. Con la sua morte svaniscono i sogni dell’età dell’acquario. Un musicista, un visionario che rivoluzionerà totalmente il mondo della chitarra.

Jimi Hendrix l’uomo, la chitarra che ha scritto la storia del rock. Il musicista di Seattle che ha completamente cambiato l'approccio, lo schema della chitarra elettrica, per molto tempo lo strumento principe e incontrastato del rock, colui che  ha dato a questo genere un’impronta di pura adrenalina ed un approccio selvaggio, che lo caratterizza da ogni altra espressione musicale. Più del piano di Jerry Lee Lewis o di Little Richard (con cui Jimi Hendrix ha suonato come session man per un breve periodo, tra l'altro). Con il suo estro, Hendrix ha elaborato una rivoluzione totale/copernicana dello strumento, forse, solo alle innovazioni apportate, al modo di suonare la sei corde. Con Hendrix, il feedback diventa un'arte, non più un fastidioso difetto. Nelle sue mani, la distorsione è spinta ai massimi limiti, è potenza e delicatezza, musica e rumore. Con Hendrix cambia tutto, le linee melodiche e armoniche della chitarra elettrica si intrecciano e si fondono con naturalezza e perfezione come mai in precedenza. Hendrix è un ciclone che attraversa la scena del rock, con lui contano soltanto il suono e l'immagine, la forma ed anche i contenuti che contenuti!!!!! Hendrix è allo stesso tempo un eccellente chitarrista ritmico e un grande solista - precursore di tanti chitarristi della storia e RE indiscusso della chitarra elettrica della storia del rock. La sostanza della sua musica, ciò che lo contraddistingueva era il fatto che la sua anima andava oltre l’eseguire assoli in quantità, nel suo approccio allo strumento anche da un punto di vista tecnico, tutto aveva un perché, un senso logico. La magia della sua musica era riconducibile alla sua vita che si concluse tragicamente. Mori il 18 settembre 1970: fu trovato privo di vita sul letto di una stanza del Samarkand Hotel di Londra, stroncato da una dose eccessiva di barbiturici e altre sostanze narcotiche. (La sua morte, è ancora considerata "misteriosa" come un po' tutte quelle delle rockstar). Intorno al suo patrimonio si è scatenato un circuito di operazioni speculatrici strettamente legate al marketing. Anche dopo la morte il grande chitarrista nero è stato manipolato da impresari discografici senza scrupoli. Jimi, infatti, fu uno degli artisti più spremuti dall'industria discografica, che continuò a pubblicare a getto continuo ogni sua sorta di esecuzione. Superando il lato commerciale e il valore dei suoi dischi, il musicista americano segnò la storia del rock inventando un nuovo stile di suonare la chitarra, uno stile vulcanico, che ruppe con la tradizione e aprì nuove frontiere alla sperimentazione sugli strumenti musicali in genere.


Nato il 27 novembre 1942 a Seattle, James Marshall Hendrix comincia a suonare la chitarra a undici anni, poco dopo la morte della madre. A 16 abbandona gli studi e comincia a sbarcare il lunario suonando con complessi di rhythm and blues e di rock'n'roll. Dopo aver svolto il servizio militare come paracadutista, a 21 anni inizia una intensa attività da session-man. Diventa il chitarrista di Little Richard, Wilson Pickett, Tina Turner, King Curtis. Nel 1965 al Greenwich Village forma il suo primo gruppo e firma un contratto e comincia a esibirsi con regolarità. Jimi è già padrone di una tecnica superiore, il blues scorre puro lungo le corde della sua chitarra, ma l'America rapita dal beat è tutta presa dai suoi giovani fenomeni bianchi. La fama del prodigioso chitarrista giunge però alle orecchie di Chas Chandler, ex-Animals, manager a New York in cerca di nuovi talenti. Chandler lo porta con sé a Londra, dove lo introduce nel colorato mondo del flower-power inglese, propiziando l'amicizia con Donovan. Hendrix conquista l'Europa col blues elettrico, dilaniato e lancinante dei singoli "Hey Joe" e "Purple Haze", cui fanno seguito un paio di tour, nel corso dei quali l'entourage del chitarrista alimenta l'immagine di Hendrix personaggio mefistofelico, dedito alle più estreme esperienze di droga e sesso. Jimi sta al gioco infiammando le platee con un repertorio coreografico e bizzarro che è diventato parte integrante del suo mito: la sua Fender Stratocaster è, di volta in volta, la proiezione del suo membro, oppure compagna di torridi amplessi elettrici, suonata coi denti, i gomiti, gli abiti, strofinata contro l'asta del microfono o contro le casse alla ricerca del feedback più corrosivo e altri vari effetti. Nel 1967. Dopo svariate e sfortunate avventure nel suo paese natale, Hendrix, sotto la guida di Chandler, vola verso il Regno Unito, dove gli vengono affiancati due musicisti: il bassista (di ripiego, in realtà il suo strumento è la chitarra) Noel Redding (di recente scomparso) e il batterista Mitch Mitchell. Nasce la Jimi Hendrix Experience, una delle band più importanti della storia del rock. E' proprio il 1967 l'anno del Festival di Monterey, dove un Hendrix semisconosciuto brucia e distrugge per la prima volta la sua chitarra, lasciando tutti allibiti, in primo luogo gli altri chitarristi presenti al raduno (c'erano, fra i tanti, Pete Townshead ed Eric Clapton, considerati all'epoca i numeri uno).

Le canzoni di Are You Experienced appaiono complete anche se ascoltate con chiavi di lettura diverse, dal lato più tecnico a quello più prettamente artistico o d'ispirazione compositiva. Un album che ha avuto un'importanza storica, e ci ha lasciato una manciata di gioielli che oggi fanno parte dei classici del rock. Basta pensare ad alcuni titoli come ad esempio: "Hey Joe",  con quell'intro di chitarra sulla pentatonica di mi (anzi mi bemolle, visto che Hendrix suonava quasi sempre con la chitarra scordata di un semi tono, sia per poter adeguare le sue limitate capacità canore alle canzoni, sia per rendere la chitarra più maneggevole, soprattutto nell'esecuzione dei bending) che ha lasciato un segno indelebile. Oppure "Purple Haze", uno dei riff più celebri di sempre, accompagnato da una batteria meravigliosa  che  esplode con un giro tipicamente blues ma arricchito armonicamente dagli accordi usati da Hendrix. Questo album non è solo fuoco e fiamme : "The Wind Cries Mary" è una dolcissima e malinconica ballata elettrica, come se ne vedranno molte in futuro; "May Be This Love" e,  "Third Stone From The Sun", mettono in luce quella che era la componente psichedelica di Hendrix, (che, anche nei dischi successivi avrà una notevole influenza sull'arte di Jimi); "Red House", ovvero, come si suona il blues elettrico senza perdere il pathos tipico di questo genere. Con ciò non cambia la sostanza: Are You Experienced? è, come già detto, un album seminale, un disco che ha gettato le basi per buona parte del rock fino ai giorni nostri. 


Festival di Monterey, 18 giugno 1967: al termine della sua estenuante esibizione (con una versione demoniaca di "Wild Thing"), dopo aver bruciato la chitarra, Hendrix riceve gli applausi del pubblico adorante. La sua Fender, simbolo è fallico, idolo sacrificale, immolata sull'altare del palco al termine dei suoi concerti, con tanto di roghi e distruzioni selvagge, diventa la più potente icona del rock.  Insieme ai concerti al Fillmore East e a Woodstock, e al precedente Are You Experienced?, Electric Ladyland rappresenta il top della musica di Hendrix è un disco centrale nella storia del rock. E' l'occasione anche per cogliere  il senso delle canzoni, sempre inquiete, piene di riferimenti alla morte, alla religione, alla magia e al soprannaturale. "I miei testi nascono spesso dai sogni che faccio - aveva raccontato -. Ad esempio 'Purple Haze' è la ricostruzione di quando ho sognato di camminare sott'acqua". E le ballate blues mettono in luce tutta la compostezza del suo canto, che riesce ad essere insieme limpido e lancinante, calmo e sofferto, acido e caldo. Già nel 1968, comincia il declino fisico, morale e artistico di Hendrix. L'Experience inizia a consumarsi. E lo stesso chitarrista sembra più dedito agli atteggiamenti provocatori che alla musica. Note furono le sue scappate in Svezia dove devasta una camera d'albergo e finisce in manette. L'anno dopo si separa da Chandler e viene arrestato altre due volte. In seguito si trasferisce a New York, dove frequenta le "Black Panther". Ma il palco è ancora il suo regno. Ad agosto, trionfa a Woodstock con una versione dissacrante e sfregiata dell'inno americano ("Star Spangled Banner"), mimando con la chitarra i bombardamenti del Vietnam. La sua smania di libertà lo porta ad eccessi continui. "Sono gentile con le persone finché non cominciano a urlarmi intorno - racconta in un'intervista a Melody Maker -. Qualche volta vorrei mandare al diavolo il mondo, ma non è nella mia natura. Quello che odio è la società di oggi, con le sue relazioni di plastica e i suoi compartimenti stagni. Io rifiuto tutto questo. Nessuno mi ingabbierà mai in una scatola di plastica". Ma Jimi comincia a sentirsi stritolare dalla macchina del successo di cui lui stesso è stato un docile ingranaggio. E l'angoscia gli cresce dentro. L'ultimo Hendrix è "un musicista solo e visionario, pronto a volare ancora più in alto come Icaro, fino a bruciarsi le ali, distrutto e consumato dagli eccessi nel disperato tentativo di non replicare se stesso di fronte a chi gli chiede prove della sua divinità". E lui, il suo testamento, lo aveva già scritto: "La gente piange se qualcuno muore, ma la persona morta non sta piangendo. Quando morirò voglio che la gente suoni la mia musica, perda il controllo e faccia tutto ciò che vuole".                          




 

Jimi Hendrix scheda tecnica. (Chitarre, Amplificatori, effetti, corde ecc..... )
Accordatura e scalatura delle corde
Jimi è solito usare l'accordatura standard, ma nelle vesti di cantante privilegia l’accordatura mezzo tono sotto (Eb) per facilitare l’uso della voce. Le informazioni riguardanti le scalature utilizzate sono più oscure ed è necessario affidarsi ai racconti di alcune persone che sono entrate in contatto col chitarrista. Le corde maggiormente utilizzate sono le Fender Rock 'N' Roll light gauge che prevedono la scalatura .010, .013, .015, .026, .032, .038. 
  
Plettri e tracolle Hendrix usava plettri medium, Era solito portare in tour moltissimi plettri diversi, così come un enorme numero di tracolle, tutte differenti, in modo da abbinarle alle camicie di scena.

Chitarre

 (Tutte le chitarre citate sono destre, usate da mancino. A tutte Jimi apporta delle piccole modifiche. In particolare sulla Stratocaster inverte il capotasto ed è solito montare il Mi basso al contrario sulla meccanica per evitarne la fuoriuscita dalla sede). Jimi Hendrix è stato uno dei più grandi chitarristi della storia e grazie alla sua enorme vena artistica probabilmente anche il più importante compositore della sua generazione. Per questi motivi, i suoi numerosi fan si chiedono spesso quale potesse essere la sua chitarra preferita. Da varie ricerche effettuate, risulta che la prima chitarra acustica, molto economica, gli fu regalata dal padre quando aveva circa 11 anni. Jimi comprò la prima chitarra elettrica solo a 17 anni: era una Supro Ozark bianca a pickup singolo. Successivamente passò alla famosa “Betty Jean”, una Silvertone Danelectro rossa a pickup singolo che scambiò nel 1962 con una Epiphone Wilshire a pickup doppio col corpo e il manico in mogano. Nel 1964, quando suonava con gli Isley Brothers, comprò la sua prima chitarra Fender: una Duo-Sonic gialla del ’59. Nel 1965 suonando con Little Richard usava una Fender Jazzmaster, poi ritornò alla Duo-Sonic quando era chitarrista nei Curtis Knight and the Squires, per poi ritornare alla Fender Jazzmaster in seguito. Da notare che Jimi Hendrix non passò mai molto tempo come chitarrista nelle varie band che lo assumevano: già a quei tempi possedeva delle incredibili capacità tecniche e finiva col rubare la scena ai vari gruppi che finivano così col licenziarlo. In compenso la sua fama crebbe enormemente. Nell’estate del 1966 Hendrix acquistò la sua prima di molte Stratocaster col manico in palissandro o in acero; da lì iniziò ad usare soprattutto Fender Stratocaster a paletta larga. Logicamente, dato il suo lavoro, Jimi Hendrix ha acquistato e suonato una quantità notevole di chitarre, anche molto diverse fra loro: oltre a quelle già citate, ha avuto una Gibson ES-330, una Gibson Firebird, diverse Rickenbacker, una chitarra elettrica Mosrite, un basso Hagstrom a 8 corde e un basso Rickenbacker, una chitarra acustica Guild a 12 corde, una Black Widow Spider acustica, una Mosrite a doppio manico, una Gibson Flying V del ‘67, una Gretsch Corvette, una Guild Starfire Deluxe left handed (infatti Hendrix era mancino), una Hofner elettrica, una Gibson Les Paul del ‘55, una Gibson Dove acustica, una Martin acustica, una Gibson SG Custom del ‘68 e una Gibson Flying V nera per mancini. Il fatto che Hendrix abbia avuto così tanti modelli, la sua dote unica gli ha permesso di suonare con grande passione ogni tipo di chitarra, anche con stili diversi: pur essendo conosciuto da tutti per i suoi spettacolari assoli e le sue incredibili innovazioni, Jimi è stato uno dei migliori chitarristi ritmici della storia ed anche un talentuoso suonatore di basso; inoltre era anche un maestro nel suonare la chitarra acustica, usando le corde in una maniera che fino ad allora nessuno era mai riuscito ad immaginare. Questa combinazione di talento e di abilità ha prodotto un uomo che verrà ricordato come il santo protettore della chitarra rock, un eroe moderno della musica che resterà nella storia per sempre.



Amplificatori
  1. Hendrix ha sperimentato sistemi di amplificazione diversi nella sua carriera, alla ricerca del suono perfetto. Come dice Eric Barrett, suo roadie prima e manager poi, il suo suono fu al 99% Marshall, ma la strada che portò a scegliere i full stack inglesi fu un processo a eliminazione. Ha posseduto un amplificatore Silvertone con cassa abbinata 2x12 intorno al 1961, anche se in quel periodo usava farsi prestare amplificatori per i concerti.
  2. Dal 1965, con gli Isley Bros, il suo amplificatore principale fu un Fender Twin e in seguito provò amplificatori Orange, come aveva visto usare ai Pink Floyd, ma da nessuno di questi riusciva a ottenere il suono che aveva in testa: la vera svolta arrivò con gli Experience. Durante l’Experience, tour che ebbe inizio nel febbraio del '68, Hendrix usò dei Fender Dual Showman, dei Marshall, e poi testate da 100 watt Sunn Coliseum, con cabinet 2x15 Sunn. Foto di scena di quel periodo mostrano Jimi usare un assortimento di Sunn, Fender e Marshall. Hendrix interruppe il suo rapporto con Sunn e iniziò a usare quasi esclusivamente Marshall. "Jimi è stato utilizzato per i grandi numeri", spiegò Munger, ma quando interruppe il contratto fu chiaro che gli amplificatori non gli piacessero. Hendrix passò quindi a utilizzare esclusivamente amplificatori Marshall 100 watt Super Lead a pilotare due cabinet 4x12. Presto il suo setup contò tre testate da 100w e sei casse 4x12. Jimi usava collegare la chitarra al primo amplificatore e ponticellare le altre testate in serie, sfruttando gli ingressi separati delle plexi. Suonando praticamente sempre al massimo volume, i suoi amplificatori e valvole avevano vita breve. 
  3. Eddie Kramer, (il tecnico del suono dell’Experience), ricorda che le testate furono equipaggiate su richiesta di Jimi con valvole finali KT66, che producono un suono più grosso e nitido rispetto alle classiche EL-34 delle testate 1959 SLP. Marshall equipaggiava le sue casse con dei Celestion con magnete in Alnico da 20w, utilizzati anche da altri produttori come Vox (senza la caratteristica campana blu). Non erano però sufficienti a reggere la pressione sonora della Plexi che, a pieno volume, ruggiva fino a 140w nominali. Marshall utilizzò dei nuovi speaker dotati di magneti ceramici, i G12M-30, rinominati Greenback per il colore della campana e forniti in due versioni, 55 Hz e 75 Hz per una differente risposta timbrica delle basse. È molto probabile che fu la versione 55Hz a essere scelta, nonostante nella prima fase del tuor avesse usato anche i JBL 120F. Quello che è certo è che lo speaker che richiama perfettamente il suono di Jimi è il Greenback, ora tanto amato dai chitarristi di tutto il mondo.  




Effetti
I primi effetti per chitarra erano relativamente nuovi quando Jimi si trovò a utilizzarli, molti sistemi, appena inventati divennero parte integrante del suo suono. Uno dei tratti caratteristici di Hendrix è sicuramente il pedale wah-wah. Iniziò a utilizzarlo dopo aver ascoltato il suono del filtro in "Tales Of Brave Ulysses" dei Cream. Il suo suono tradizionale era prodotto dal Vox Clyde McCoy V846 (con induttore fasel). La voce originale del Fuzz Face era prodotta da transistor al germanio, che fornivano un suono distorto molto particolare. Hendrix utilizzò da subito dei fuzzbox (il primo un Maestro), ma fu solo dopo l'incontro con un giovane costruttore di nome Roger Mayer - a Londra nel 1967 - che iniziò a usare un prototipo chiamato Octavia, un fuzzbox con circuito a doppia frequenza che sintetizzava una seconda nota un'ottava sopra la nota suonata, doppiando in effetti il segnale audio distorto. Mayer diventò allora tecnico delle chitarre nel tour del 1968 negli Stati Uniti e continuò a lavorare per Hendrix anche successivamente. Anche se il fuzzbox principale di Hendrix si associa al Dallas Arbiter Fuzz Face, Mayer ha costruito decine di fuzz per Jimi, insieme a un numero imprecisato di Octavia. Jimi sfruttò il fuzz anche per i suoni clean, abbassando il volume della chitarra per pulire il suono, ma contemporaneamente mantenendo un attacco più deciso e nitido. Il pedale Wah, per lo più Vox, si può ascoltare su Axis: Bold as Love per la prima volta. L'Uni-Vibe compare attorno al 1970. 






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