giovedì 22 dicembre 2016

Il genio di Jack Withe. L'ultima Rockstar.



                                  



Nell'America del 1975 a Detroit nasce jack White, noto al mondo ed al pubblico di massa per essere il cantante e chitarrista del duo rock "the withe stripes". Esordisce come batterista alla tenera età di quindici anni sempre a Detroit con la band Goober & the peas. Da sempre appassionato e attratto dai suoni vintage, sin da piccolo come da lui dichiarato, mostra grande passione per l'ascolto della musica blues, rock anni settanta e folk. Tra i suoi artisti preferiti troviamo nomi Blues come Son House, Jimmy Page, Blind Willie. L' esordio al grande pubblico di Jack Withe è di un temperamento unico. Emergono suoni blues in maniera spontanea, genuina ed allo stesso tempo violenta. La differenza che si percepisce ascoltando le chitarre di White è di un ritorno al suono analogico che spontaneamente esce all'interno di una chitarra che si muove nelle viscere di quei mondi blues, rock, hard rock, soul, delta e country. Insomma si sente che la matrice blues è sempre presente all'interno della sei corde di White che propone un suono graffiante di quei lontani anni sessanta. Personalmente mentre ascolto il suo genio creativo sul vinile, nella mia rifelssione emergono diversi fattori. Come prima cosa secondo una mia analisi, vengono fuori quei suoni crudi, legati alle radici del Delta Blues. Infatti white mantiene sempre una tecnica a servizio del pezzo che sta suonando, per far emergere quel blues delle origini all'interno di un contesto prettamente differente rivisitato in chiave moderna. Con questi elementi a parer mio posso dire che jack White è stato colui che ha portato il blues nelle orecchie delle nuove generazioni, fuori dai circuiti di nicchia, mantendo l'essenza viva di quei suoni analogici, distorti, senza tradire quello che è il loro vero spirito. 

 Un suono spartano, ruvido per la contemporaneità, in cui va sottolineato il fatto che l'elemento centrale della sua chitarra sono i riff e non gli assoli, in cui sia nei The White Stripes che negli altri suoi progetti solisti, batteria e chitarra creano quella che è una miscela esplosiva devastante, in cui emerge tutto il groove e l'energia con cui sono stati composti i pezzi. Per dirla tutta, ogni volta che prende la chitarra in mano sembra sempre che la voglia spaccare dalla gran energia che mette nel suonarla. Come gia detto prima, il suo esordio fu come batterista, ma oltre i The Withe Stripes, è giusto citare anche i Raconteurs ed i Dead Weather, che sono gli altri progetti in cui suona. Con i The White stripes, la chitarra utilizzata per la maggiore è una airline bianca e rossa, tra l'altro è un modello economico acquistato con pochi dollari presso i grandi magazzini americani. Spesso c'è anche l'uso del pianoforte nei pezzi che si sposa con la sua voce e la sua presenza da contemporaneo poeta maledetto. Una delle ultime vere Rockstar che rimane se stesso difronte quella che è una costante mercificazione dell'odierno mercato discografico. Jack Withe, non è quello che la gente vuole sentire, è molto di più!!!!! è rabbia, è sentimento, è genialità, è genuinità e riservatezza. Non è il solito guitar hero che deve mantenere il ruolo del personaggio. White vive quella che è una sua dimensione all'interno di un contesto differente da tutto il resto, in cui il suono è grezzo allo stato puro e vitale. Nella sua legenda personale è stato sempre ossessionato dal numero tre. Tutto questo perchè come da lui dichiarato, la musica gira attorno a questo numero per i tre fattori: ritmo, melodia, testo. Cosi come sono i tre colori dei Withe Stripes: bianco, rosso, nero. Durante la sua carriera fonda la Third Man Records, la sua casa discografica, portando avanti la sua battaglia per le registrazioni in analogico. La sua grande passione è per i registratori a nastro con i vecchi amplificatori valvolari. è famoso per il suo rifiuto verso il digitale, ritenuto dallo stesso White privo di anima. è originale per il suo modo di registrare le chitarre, il più possibile a presa diretta, cosi per conservare quella vera autenticità di suono che non esiste più nella musica di oggi. Concordo con l'affermare la citazione di una testata statiunitense che definisce Jack Withe una delle cose più belle capitate alla musica negli ultimi quindici anni. In questa ottica si delinea l'identità di una vera icona dell'attuale scena musicale. Tutto quello che mancava negli anni tristi della musica prodotta all'interno dei talent, in cui emergono sempre più personaggi mediatici costruiti a tavolino piuttosto che musicisti veri e spontanei. Credo che Jack Withe sia l'ultima vera rockstar rimasta. Sempre pronto a proporre nuovi progetti senza avere la paura di sporcarsi le mani. Mantenendo sempre un passo avanti rispetto la critica e l'attuale mercato discografico.  
Scheda tecnica: 

Chitarre: Eastwood Airline, fender telecaster, fender telecaster bigsby, Gretsch vari modelli, Gretsch Rancher acustica. 

Amplificatori: Silvertone in accoppiata ad un fender twin reverb. 

Pedali: (Vecchi fuzz) 

Dunlop rotovibe, electro harmonix bigg muff, electro harmonix micro pog, electro harmonix nanobasball. TMR BUMBLE BUZZ firmato dallo stesso jack white. questo pedale è stato realizzato dalla third man records la casa discografica di jack white, che ha realizzato il suo primo effetto per chitarra.
                                                 
                        

martedì 13 dicembre 2016

Michael Landau: Un chitarrista unico nella sua bravura. Tecnica, sentimento e versatilità.


    





Michael Landau a parer mio è tra i chitarristi più forti ed interessanti che circolano nel mondo della contemporanea scena musicale. Una carriera immensa che vanta di numerose collaborazioni e di ben cinque album solisti, in cui lo stesso Landau esplora e interpreta vari generi, suonando contemporaneamente strumenti differenti oltre alla sei corde. Cresciuto a Los Angeles ascoltando Jimi Hendrix, Beatles, The Band, Cream e Led Zeppelin, artisti di gran calibro che saranno fondamentali per il suo approccio alla chitarra e per la sua carriera professionale. Uno dei passi fondamentali in tutto questo, è stato l'ascolto e l'orientamento verso il mondo del jazz, sopratutto di quel jazz elettrico più contemporaneo legato ad esponenti come Jaco Pastorius e Pat Martino ed a gruppi fantastici come i Wather Report. Da questo quadro varieggiato di ascolto ed influenze, con il tempo incomincia a prendere forma quello che è il suo stile, la sua vera personalità, elementi che lo renderanno unico sia come sessionman che come solista. è importante citare quelle che sono state le sue collaborazioni più importanti, artisti come: Miles Davis, Michael Jackson, James Taylor, Joni Mitchel, Steve Perry, Seal, Bon Jovi, Pink Floyd. Per poi aprire una parentesi riguardo le sue collaborazioni con gli artisti italiani. Le chitarre di Landau sono state presenti con Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Zucchero, Tiziano Ferro. In questa parentesi è impossibile non chiamare a giudizio uno degli assoli di chitarra più belli della storia della musica Italiana. L'assolo di Landau a cui mi riferisco è quello della canzone "Gli Angeli" di Vasco Rossi, una chitarra travolgente che sposa una notevole tecnica al sentimento espresso dalle parole del testo. Dopodiche con Vasco Rossi la mano di Landau si trova all'interno dell'album "Il mondo che vorrei", nei pezzi "colpa del wisky", "vieni qui", "ho bisogno di te".
Insomma un suono ben definito in cui emerge il fattore di un ottimo aspetto tecnico e sopratutto viene in evidenza quella che è la cura del suono. Una bella miscela di suoni puliti, overdrive e distorsioni molto curate, in cui chorus e tremolo giocano un ruolo molto importante. Con questo elemento, dall'ascolto dei suoi lavori e di molti suoi live, vengono fuori dei suoni a dir poco fantastici, grossi e allo stesso tempo ben definiti. La cosa più bella è che ogni nota, ogni accordo o riff, suonato nel tempo, corrisponde ad una dinamica ben connotata a seconda dell'impronta dell'artista con cui ha collaborato. Ascoltando i suoi lavori è da notare quanto sia importante la completa padronanza del manico ed il controllo di ogni singola nota che di volta in volta è dato anche dall'estrema cura e ricerca sonora. Un suono che negli ultimi anni, è scandito ufficialmente da pochi effetti e da due amplificatori fendere hot rod deville (versione ||| ML signature made in mexico) collegati in stereo. Da sottolineare che nelle ultime interviste sopratutto rivolte ad artisti famosi, risulta che Michael Landau è uno dei chitarristi più richiesti come turnista. Un'altro fattore importante è la liricità tra il mix di generi che propone all'interno dei suoi lavori da solista. Con Landau, vediamo miscelare il Rock, il Blues, il jazz, la fusion con gran classe anche nell'alternare suoni puliti e distorti. è logico che parlare di strumentazione sia importante, ma fino un certo punto. Come dimostra lo stesso Landau, il suono in primis viene dalle mani, poi dopo c'è tutto il resto (tecnica, studio, strumentazione, effetti etc etc). Con ciò è bello sapere che ancora oggi nel mondo della chitarra ci sia la mano e il tocco di Michael Landau, un chitarrista che continua a lasciare una costante impronta in questo campo, rimanendo autentico al suo modo di suonare e tal volta di concepire la musica in più evoluzioni possibili. Interessanti da seguire sono i gruppi di cui ha fatto parte come: The wreckers, jazz ministry, stolen fish, renegade creaton, Burning Water e Ranging Honkies. Tra l'altro in questi anni ha svolto anche la professione di produttore discografico. Michael Landau ad oggi è un chitarrista fondamentale nel mondo della musica, il suo tocco, la sua passione, il suo groove, la sua tecnica e la sua versatilità, fanno si che attualmente è uno dei chitarristi migliori in circolazione con uno stile unico e sorprendente.  



scheda tecnica:  

Chitarre: Fender stratocaster 1963, fender stratocaster con humbucker al ponte, fender stratocaster fiesta red custom shop, suhr landau signature, James Tyler guitar.

Amplificatori: Fender hot rod deville |||.0 ML signature. 



effetti: Maxon DSS, Rodger Mayer vodoo1, arion stereo chorus, boss, vb-2, custom audio "super tremolo", custom audio "black cat vibe", cry baby wah wah, pedale volume boss. 




(il link di un video che introduce l'attuale pedal board di Mike Landau) .

lunedì 5 dicembre 2016

Tommy Emmanuel: un mago che viene dall' Australia.




Tommy Emmanuel si distingue al mondo per il suo essere virtuoso in campo acustico. Noto sia per la sua tecnica del fingerpicking che per la composizione melodica dei suoi pezzi. Per dimostrare la grandezza di questo chitarrista Australiano, basta ascoltare poco più di qualche suo live per rimanere letteralmente abbagliati dal fascino della sua sei corde e dal suo modo di suonare. Questa volta, non voglio soffermarmi troppo riguardo i suoi dischi, le sue produzioni o la sua strumentazione. I suoi Brani, sono una miscela di armonici e fraseggi di varie influenze blues, country, folk, swing. è bello vedere, notare ed apprezzare tutta questa passione sullo strumento e sopratutto è da tenere in cosiderazione la padronanza tecnica con cui gestisce il manico della chitarra. Con Tommy Emmanuel abbiamo un'orchestra solista concentrata in due mani. Personalmente trovo che ogni suo live sia ricco di entusiasmo, genuinità e positività, che si materializza nel feeling instaurato tra strumento e artista. Quello che più mi stupisce è la sua naturalezza che genera un viaggio all'interno di epoche, stili, tradizioni, rendendo tutto cosi estremamente delicato e personale, spingendo l'ascoltatore ad intraprendere un viaggio più unico che raro. Diciamo che Tommy Emmanuel vanta una carriera lunga di quaranta e passa anni e durante questo percorso è importante specificare anche le collaborazioni e gli artisti con cui ha suonato. Tra i nomi emergono Eric Clapton, Tina Turner, Larry Carlton, Cliff Richard, Michael Bolton, Dodi Battaglia.
C'è da dire che i suoi sorprendenti live, lo hanno consacrato tra i chitarristi più in voga del momento. Sempre sorridente ed estremamente salutista, grazie al suo inestimabile talento, è riuscito a conquistare il pubblico di tutto il mondo. Non si può non rimanere folgorati dall'ascolto di cosi tanta bellezza!!!!! Come dichiarato da sue varie interviste rilasciate negli anna passati, il groove è l'elemento più importante. Tramite questo fattore, il chitarrista cerca di riprodurre il suono di una band, tra l'altro va sottolineato il fatto che sia anche un percussionista professionista, visto e considerato i ritmi che esegue sul corpo dello strumento. è veramente incredibile il modo con cui riesce a comunicare grazie alla sua padronanza della sei corde, con la tecnica da esso adoperata. Il fingerstyle, usato dal chitarrista, permette di suonare melodie, basso e ritmica, rendendo il pollice indipendente dalle altre dita. Attualmente a parer mio è il RE indiscusso della chitarra acustica e per dimostrarlo basta ascoltare pezzi come "moon river", "angeline", "blind black man", "mombasa". La cosa bella di tutto ciò è che Tommy è sia autore che esecutore. Credo che attualmente di talenti cosi grandi ce ne sono veramente pochi che sappiano dosare i tre ingredienti di tecnica, gusto e armonia. Con Tommy Emmanuel, non si fa molto caso alla tecnica che esprime, ma si nota l'espressività, la dinamica e sopratutto il tocco. Elementi che danno una marcia in più a questa grande opera d'arte vivente chiamata TOMMY EMMANUEL.



Scheda Tecnica: 

  *Chitarre.
- Due Maton custom shop EBG808 a corpo piccolo. 
- Una Maton Te1 cutaway dreadnought.  

*Amplificatore. 

- Aer Compact 60. 

*accordatore Korg dtr racktuner 
D.I. Audiotech.